Contenders: Dallas Mavericks

Contenders: Dallas Mavericks

La seconda puntata delle nostre personali candidate al titolo NBA riparte da una franchigia in missione orchestrata da un pazzo scatenato con la bava alla bocca.
La franchigia in questione sono i Dallas Mavericks, il pazzo con la bava alla bocca, beh.. Mark Cuban.
La storia recente di questa squadra comincia nel 2006.
Siamo a Giugno, all’atto finale, i Miami Heat sono alle corde, sotto 2 a 0 nella serie e abbondantemente in svantaggio in gara3, i Mavericks camminano a 2 metri da terra ed è proprio lì che qualcosa si spezza.

I Miami Heat guidati da un Dwyane Wade palesemente sotto effetto di stupefacenti rimonta quella partita e l’intera serie, chiudendo per 4 a 2 e vincendo il primo titolo della sua storia.
Una bastonata in piena fronte avrebbe fatto meno male a Dirk e compagni, sono la classica squadra che ha sprecato l’occasione della vita e sa benissimo che non si ripresenterà più.
Forse questo è quello che abbiamo pensato noi da fuori, non quello che passava per le loro teste.
La vendetta è stata servita fredda, 5 anni dopo, quando ormai nessuno li vedeva più all’altezza.
Larry O’Brien Trophy alla corte di Cuban, Nowitzki, Kidd, Peja, Chandler, Terry e tutti gli altri.
Lebron e compagni con un pugno di mosche in mano.
Da quel giorno lontano quasi 4 anni hanno letteralmente vivacchiato, senza mai strafare, ma mentre Dirk continua a scalare la classifica all-time dei realizzatori Nba, piano piano, in silenzio, sembrano di nuovo pronti a mettere il bastone tra le ruote a qualcuno.

 


Perché NO.

– Ci ripetiamo, però è necessario. La Western Conference è una jungla che non ammette passi falsi, per arrivare in finale possono toccarti Warriors, Thunder e Spurs oppure Grizzlies, Blazers e Clippers e devi batterli tutti. Vale?
– Perché Dirk è l’ago della bilancia, nei pressi dei Playoffs spegnerà 37 candeline e potrebbe aver smarrito per strada parte dell’appetito. Potrebbe.
– Perché l’inserimento di Rondo può essere croce o delizia, è un All-Star ma gli piace aver la palla in mano e se non accetta con effetto immediato di mettere il suo talento al servizio dei compagni possiamo già dire addio ai sogni di gloria.
– Perché al momento con il 68% di vittorie sono quinti e non avrebbero il fattore campo a favore e ciò significa esser costretti a vincere in quei campi maledetti sopracitati almeno e dico almeno e sottolineo almeno.. una partita per ogni serie.
– Perché semplicemente ed in modo molto crudo e secco, esistono squadre palesemente più attrezzate.


 

    Perché SI.

– Perché hanno WunderDirk, e come per il vino, questo più invecchia più è buono, la spiega ancora a molti e le difese anche a 37 anni, dovranno raddoppiarlo in post, come minimo.
– Perché è tornato a casa uno dei migliori difensori della Lega, Tyson Chandler. E con Nowitzki e Parsons forma una delle Front Line migliori dell’intera NBA.
– Perché Rondo può essere delizia invece che croce e se dovesse adattarsi alla nuova realtà in fretta, come dicono i francesi, son cazzi da cagare.
– Perché oltre a tutto questo popò di roba in posizione di Shooting Guard hanno un fenomeno assoluto con l’aria del narcotrafficante. Monta Ellis ha dimostrato di essere un grande solista se dovesse improvvisamente allargare i suoi orizzonti… Sai che concerto!?!
– Perché se dovessero perdere nessuno griderebbe al fallimento. Perché non sono i favoriti designati e chiunque pratichi sport sa quanto possa essere vantaggioso giocare senza l’obbligo di vincere.

L’ultimo sussulto risale a quattro stagioni fà, ma ora come allora partono dalle retrovie, senza stress e possono stupire.
In panchina siede ancora quel sociopatico di Rick Carlisle ed ora come allora potrebbe bagnare il naso a Popovich e compagni.
Ogni squadra deve trovare dentro di sè un incentivo per dare di più, deve scavare nel proprio interno per riuscire a superare i propri limiti.
Beh provate solo ad immaginarvi il mese e mezzo ininterrotto di party a base di conigliette di Play Boy che organizzerà Mark Cuban in caso di vittoria. Può bastare come incentivo?
Passo e chiudo.


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