Contenders: Toronto Raptors

Contenders: Toronto Raptors

Quinta puntata, Toronto Raptors. Lo so, non vinceranno mai, Drake a bordocampo in qualità di aspirante Spike Lee o Jay-z di turno è abbastanza ridicolo, fatemelo dire.
Drake a parte è doveroso considerarli tra le possibili candidate al ruolo di outsider per il titolo.
Qualche mese fà ammetto di esserci cascato, questi continuavano a vincere senza sosta, l’Air Canada Center una bolgia totale, in vetta alla Eastern Conference appena prima di Natale, Lowry e Derozan a livelli da ASG, cosa poteva andare storto?
Beh, tante cose. Infortuni, crisi d’identità, sguardi che non si incrociano, fluidità di gioco persa per strada.
20esima stagione nella Lega per l’unica franchigia Canadese (Vancouver RIP), Vince Carter, Chris Bosh, T-Mac e gli altri sono solo un lontano ricordo, la stagione vincente del 2007 dopo la scelta di Bargnani e gli allori al GM Colangelo allo stesso modo.
Non parliamo comunque di una situazione tragica, sole 17 sconfitte su 52 partite, secondo posto ad Est ed una fiducia forse in parte ritrovata.
Vediamo che ne sarà di loro…


 

Perché No

– Mancano giocatori avvezzi all’atmosfera dei PlayOff NBA, Lowry sarà nello starting five dell’ASG, ma sarà in grado di fare un salto così decisivo?
– Sono una squadra giovane, forse troppo, Derozan ha dimostrato qualche lacuna caratteriale, il pilone lituano Valanciunas sta facendo passi da gigante ma potrà giocare possessi chiave quando ci sarà una qualificazione in palio?
– Masai Ujiri, Executive of the Year nel 2013 ha messo insieme un gruppo frizzante pieno di vitalità, ma onestamente al momento attuale, squadre come Hawks e Bulls sembrano più attrezzate in ottica Post-season, e ci sono sempre i Cavaliers di mezzo…
– Derozan e Lowry sono ormai All-star a tutti gli effetti, hanno dimostrato di aver compiuto uno step importante verso una cerchia ristretta di giocatori ma questo diumvirato spesso è apparso più come una stridente dicotomia, non si sa “di chi sia la squadra”, scarsa collaborazione, l’impressione di una convivenza non perfettamente oliata potrà creare non pochi problemi a coach Casey.


 

Perché Sì

– Perché come diciamo sempre e non ci stancheremo ma di ricordare, siamo nelle Conference che dà più speranze, siamo nella fetta di NBA dove l’aria non è così rarefatta, l’Air Canada Center è un catino che orienta molto certi finali di partita, e partendo da un ipotetico secondo posto, why not?
– Perché a parte i già noti Derozan e Lowry, i Raptors hanno a referto alcuni giocatori, specialisti e non, che sono essenziali in un contesto che abbia la pretesa di essere vincente.
Vazquez dalla panchina, il predetto Valanciunas, T-Ross, lo specialista difensivo Fields, un sesto uomo che spacca in due le partite con due fidanzate consenzienti in contemporanea come Lou Williams (tanto di cappello) possono essere decisivi. Aggiungici Psyco T e siamo al completo.
– Perché nonostante discrete individualità si ha l’impressione che la dimensione di squadra prevalga e questo è un punto imprescindibile. Spurs docet.
– Perché quei due brasiliani in fondo alla panchina, con quelle acconciature da ballerini di capoeira mettono di buon umore e chissà che infondano quella giusta dose di ignoranza indispensabile per pensare di potercela fare. In Caboclo and Nogueira we trust!!

In sostanza senza troppi giri di parole diremmo più no che sì, impensabile credere che possano fare anche solo il solletico alle superpotenze dell’Ovest.
Quest’anno quindi probabilmente fuori dai giochi fin da ora nonostante un’annata decisamente vincente, però con un buon lavoro da parte di Ujiri sulla falsa riga di quello che già sta facendo potranno sorprendere tutti nel breve volgere di pochi anni.
Credo molto nell’influenza positiva che qualcuno o qualcosa può avere nella buona riuscita di un progetto.
Credo fermamente che certe situazioni possano prendere una svolta piuttosto che un’altra solamente in base a forze quasi spirituali in grado di orientare la naturale evoluzione degli eventi.
Come interpretare allora il recente arrivo in città del Messia tanto atteso, del personaggio che grazie al suo carisma mediatico ed alla sua aura sovrannaturale è giunto per salvare Toronto e condurla in alto, dove merita? Ovvio, è un chiaro segnale che “everything is turning into positive”.
1metro e mezza banana di classe e fantasia che sicuramente aiuterà il cammino dei Raptors…
Benvenuto Sebastian Giovinco.

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