Cronaca tragicomica di un Derby semiserio
Mi sarà perdonata l’imminente sequenza di epiche minchiate ma il blocco dello scrittore che mi ha pervaso e i conseguenti (e ovvi) vuoti cosmici dei miei numerosi fans (eccola la prima) hanno generato nel sottoscritto una carica difficilmente gestibile e pronta ad esondare come di recente fatto a Milano dall’ormai arcinoto Seveso. Ebbene sì, lettori miei, attraversiamo un Novembre in cui ne sono successe tante nel mondo pallonaro caro a noi italioti. Potremmo sintetizzare il tutto con la più grande vaccata sparata dal mio amato mister Walterone Mazzarri, ormai ex allenatore dell’Inter, che dopo il prodigioso pareggio casalingo con il temibile Hellas Verona ha dichiarato ai microfoni che il suo spumeggiante 3-5-2 stava producendo un gran bel calcio ma poi, maledizione, “ha iniziato anche a piovere”. A Milano. A Novembre. No, ma dai… E badate bene, se non ci avete fatto caso, che ha piovuto da quando il buon WM si è inventato questa sua ultima e suprema scusa. Pare che il “filippino” Thohir (Ferrero docet, ah, già che ci siamo, mi hai già rotto i cosiddetti) se la sia presa sul personale, come noi altri del resto. E mentre lui cacciava Mazzarri e richiamava il bel Mancio con furore, noi bestemmiavamo in cinese antico perchè piove, e continua(va) a piovere. Abbiamo il raffreddore, le scarpe impantanate e migliaia di ombrelli, in casa, in strada, sull’autobus, in metro. Ombrelli ovunque. E tizi che vendono ombrelli, ovviamente, ovunque. Spuntano come funghi, a grappoli, “Vuoi ombrello?”, e tu glielo compri, perchè il tuo l’hai perso o te l’hanno fottuto al ristorante, stai lì, lo scegli anche “Automatico 5 euri”, ma sì “compriamolo automatico che è più figo”, fai cento metri, urti una signora con l’ombrellone supersonico, il tuo si rompe, non si apre più, lo riporti a casa e ti accorgi che di ombrelli in realtà ne hai 79800, tutti rotti e brutti, lì, insieme a quello che credevi di aver perso.
E quindi piove, siamo di cattivo umore, nel frattempo il Seveso esonda e arriva la pausona galattica della nazionale, che nel bel mezzo della battaglia da Fantacalcio agonistico fa girare i maroni, anche perchè ci tocca sopportare Conte che si lamenta perchè per quattro mesi non avrà un emerito da fare. Stavolta però la pausa è servita ad esonerare Mazzarrone e a far smettere di piovere. Per ora, grazie molte.

Flusso di coscienza. chiedo perdono: ma, tra le altre cose, il Seveso mica è un torrentino innocuo? Come può inondare e paralizzare mezza Milano, con tanto di EXPO in arrivo, città pronta a splendere agli occhi del mondo. Soliti misteri. Ah sì, dicevamo, Milano che giustappunto si presta al mondo con il Derby, puntuale a riaccogliere il Mancio nerazzurro, che si presenta con un allenamento sotto il diluvio universale (dannata maledizione mazzarriana) ma pare non se ne lamenti, e il Diavolo rossonero che non vince da quattro partite e non se la passa poi molto meglio.
Dice il catastrofista: “Un tempo il Derby presentava i migliori al mondo”. Nostalgico. Il calcio italiano è in crisi, si sa, accettiamolo e andiamo avanti. Vero però che ho sentito un amico dirmi che secondo lui il giocatore più forte in campo nel derby sarà Jack Bonaventura. Mi ha fatto ridere. Ora ne parla pure Vialli a Sky: di quanto Bonaventura potrebbe essere una potenziale chiave di volta per la partita. Ok, mi arrendo. Ammetto di aver sognato un Derby magico, come un bambino la notte prima di Natale potrebbe immaginare gli undici depositari dell’amore verso la sua squadra del cuore trasformarsi in undici supereroi dotati ognuno di un superpotere per neutralizzare gli odiati cugini. Abbastanza ovvio che non succedesse. Non succede mai.
L’unica grande soddisfazione nerazzurra è quella di essersi risvegliati finalmente liberi da quella figura patetica e tragicomica autoproclamatasi gigante del nostro calcio, colui che ora non è più “mai esonerato”, e riscoprirsi come d’incanto più giovani e frizzanti. Sulla panchina c’è di nuovo Roberto Mancini in sciarpa nerazzurra, un po’ più vecchio e asciugato, ma più razionale e con lo sguardo di chi sa da che parte deve remare. Sperando che abbia ragione lui e che abbia limato quei difetti che non lo hanno ancora consacrato nell’olimpo degli allenatori.
Sull’altra sponda del Naviglio i rossoneri si domandano perchè Mexes passa da scarto a capitano nel Derby, perchè Mister Pippo deve chiedere il permesso al presidentissimo per togliere quel che rimane del fantasma di Fernando Torres, ma, soprattutto se sono vere le voci di una relazione tra Inzaghi e Miss Berlusconi Barbara (che al Milan se li fa passare tutti?).

Questo Derby si profila talmente povero che si inventano un prepartita all’insegna di pace, amore e amici tutti, con il buon Daniele Bossari redivivo che porta a casa la pagnotta conducendo live a San Siro (“Bravi tutti, viva l’Inter, viva il Milan, viva i corretti tifosi”) e dando la parola alle curve ospitanti Ale e Franz che hanno l’aria di voler essere ovunque tranne che lì.
Il Derby finisce in pareggio, un gol mangiato per parte dai giovani rampanti che si dimenticano di essere promesse del calcio argentino e italiano e si improvvisano El Cobra Pancev che sveniva davanti al portiere. Passano i minuti: Muntari sfigura Dodò, “Franco” Kuzmanovic sembra Veron, Torres era in campo ma nessuno l’ha visto. Obi perde palla da babbeo e si autoproclama “il più insultato del primo tempo”, il Milan riparte e segna Menez; non faccio in tempo a riprendermi che il Guaro riesce a tirare nello specchio della porta: mi guardo intorno nel timore che stia per arrivare la fine del mondo (che arriverà, ma nel secondo tempo). All’inizio della seconda frazione di gioco il temibile folletto Bonaventura, proprio lui, quasi riesce a segnare con un cross sbagliato deviato in una traiettoria impossibile; poi accade l’imponderabile, perchè replica l’uomo che non ti aspetti, Obi.
Da interista, mi ritrovo con una sensazione bislacca che poche volte si ha il piacere di provare: non capita spesso di esultare mentre insulti chi ha segnato. Joel Obi Uan Kenobi concentra la mole di bestemmie ricevute in una mozzarella rotolante che Diego Lopez inspiegabilmente non raggiunge. Ci va vicino Joel, ma il gol più imbarazzante della storia dei Derby rimarrà inarrivabile per tempo pressochè infinito: la palma del gol “esulto mentre ti insulto” è salda nelle mani dell’Indegno Levriero. Quello sì, è stato il peggior Derby della storia. Qui ci sono già segnali di rinascita, abbiate pazienza.
Non importa quanti punti ci siano in classifica. Non importa quanti campioni ci siano in campo. Non importa quanto bella sarà la partita. Un Derby è sempre un Derby, signori miei, in ogni caso.