Diario di un Seduttore.

Diario di un Seduttore.

Tranquilli, non spaventatevi per il riferimento filosofico a Kierkegaard (so che molti di voi non l’hanno nemmeno colto, ne parlano anche in Ted comunque ndr), è solo un titolo che si adatta perfettamente alla seconda biografia di cui vi devo parlare, alla fine capirete il perchè. E poi un po’ di cultura generale non guasta mai.

Poniamo caso che tu sia tifoso di una qualsiasi squadra, di qualsivoglia città o nazione. Campagna acquisti estiva. Il giornale locale pubblica rumors riguardanti il Messi di turno e altri campioni, che li vedono già partenti, destinazione il tuo club. Sulla Gazza pubblicano già la formazioncina “Come giocherà il … con…” e volano prezzi esorbitanti su plausibili offerte dell’imminente asta fantacalcistica. Poi, il giorno dopo succedono due cose. O arriva l’Emiro di turno e compra il tuo campione tanto agognato con la stessa facilità con cui tu chiedi “Corriere e Gazzetta” all’edicolante, oppure egli stesso giura amore eterno alla sua maglia attuale che garantirà l’istruzione ad Oxford ai nipoti dei suoi nipoti, ricoprendolo d’oro. E si scatenano i toto-ripieghi, che sono lo stadio antecedente agli svincolati di lusso. In questo limbo tra campioni e scarponi si agita e la fa da padrone uno che si presenta alla tifoseria in camicia a fiori, occhiali da sole e con una chitarra sottobraccio. Una cosa del genere ti fa capire che uno così non può essere il ripiego di nessuno. Quello che hai di fronte non può essere che un personaggio e non sai se la cosa possa renderti calcisticamente felice o meno; una cosa è certa, quando Osvaldo solleva la maglia della tua squadra per la presentazione ufficiale sei gasato come una mina e lo è almeno altrettanto la tua ragazza. Sorpresa, esclama: “Ma questo qui che somiglia a Johnny Depp sa anche giocare?” e tu rispondi “Se ha voglia di farlo lo sa eccome. Per lui il centello al fanta lo spendo facile” ed ecco che hai realizzato di avere creato un nuovo idolo nell’olimpo dei Bomber della tua squadra. La gnocca allo stadio anche quest’anno è assicurata, signore e signori, parliamo di Pablo Daniel Osvaldo.

 

Calcio-Osvaldo-Chair

 

Mentre su sky sport passano all’infinito il goal in rovesciata contro il Torino in maglia Viola che ha regalato la Champions ai Fiorentini e relegato in Uefa il Milan e la mitraglia che ha fatto impazzire i Gigliati regalando il successo dopo vent’anni nella tana degli odiati “gobbi” dalla cucina emerge un grido: “Anche io so chi è! Era su Novella 2000, è quello che ha avuto quattro figli da tre donne diverse!”. Quando persino la madre declama il suo attestato di bomberismo, seppur con disprezzo, capisci che veramente qui si passa il confine. Il nostro Pablo può essere definito un ramingo del goal, uno che cambia squadre allo stesso modo in cui cambia le donne, da vero latin-lover seduce le franchigie con il suo fascino e poi le abbandona, inseguendo un’altra avventura. A portare in Italia il giovane Adone argentino non poteva essere che la Dea, in seguito sono arrivate le sirene salentine e poi la Viola. Proseguendo sono arrivate Bologna e la Spagna, terra di seduttori e flamenco, dove il nostro eroe non poteva toppare, infatti all’Espanyol vive forse le sue due stagioni migliori. Queste gli valgono il ritorno in Italia, ancora da una donna, questa volta però la Lupa, la madre di Romolo e Remo. Due stagioni con alti e bassi, i goal però ci sono sempre. Perchè tutto sommato gli si può dire ogni cosa, ma la qualità il “ramingo del goal” ce l’ha. Ma con ogni madre, si sa, ci si ama ma si litiga. E così arrivarono gli screzi e l’addio con polemiche. Nell’anno seguente passa alla corte della Regina Elisabetta (Southampton) e dopo sei mesi alla Vecchia Signora. Due amanti fugaci, alla prima lascia solo botte e polemiche, dalla seconda scappa con uno scudetto segnando un solo goal in campionato, contro la vecchia madre Lupa. L’abbiamo definito in tutti i modi oggi, e oggi l’ironia del destino, ha portato il nostro seduttore alla corte della beneamata. Qui lui vuole riconquistare l’amore segreto, quello per una certa Azzurra con il quale non ha mai avuto un grande feeling, sebbene si siano incontrati più volte. Siamo sicuri che conquisterà anche lei, con il suo fascino un po’ trascurato, a cui non puoi dire di no. È giunta l’ora di mettere la testa a posto, ramingo del goal, anche se per noi, ormai, resterai sempre il ragazzo che si presenta alla società in occhiali, camicia a fiori e chitarra. E male che vada, nei periodi di bassi, sapremo che nel nostro settore, allo stadio, ci sarà almeno una gran bella ragazza con la tua maglia.

Guido Previtali



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