Draftology

Si sa, gli americani sono americani, e le cose le sanno fare molto bene, molto meglio di chiunque altro.
Sbarbatelli che saltano come canguri con braccia più lunghe dell’ispettore Gadget, ogni anno rinfrescano il variopinto mondo NBA, mettendosi alla prova, cercando di rispettare le aspettative che il mondo ha su di loro o di zittire tutti i loro detrattori.
Il sopracitato variopinto mondo della NBA attraverso il suo nuovo commissioner Adam Silver, conosciuto anche come il figlio illegittimo di Montgomery Burns, è riuscito a calamitare l’attenzione di milioni di spettatori lo scorso giovedì notte, vuoi per la nostalgia e l’immenso senso di vuoto del post Finals, vuoi perchè probabilmente noi appassionati guarderemmo anche Kobe che si fà il bidè in diretta tv piuttosto di fare a meno della palla a spicchi, fatto sta che eravamo tutti lì.
“With the first pick, in the TUTAUSEND AND FORTIN ENBIEI DRAFT the Cleveland Cavaliers select.. Andrew WIGGINS!”
Il ragazzo si alza, glissiamo sulla giacca, si sta grattando il malleolo senza piegare le ginocchia, classe 1995.. Ma come? Ero convinto che i ragazzi di quell’età fossero impegnati negli esami di terza media, va beh gli avranno concesso una deroga…
Dopo di lui altri 59 bambinoni che hanno fatto più o meno stravedere al College, e ricordiamolo, alla 53, da Maddaloni con furore, Ale Gentile.
La “Draftology” è il più classico esempio di scienza inesatta, le squadre sono letteralmente chiamate a scommettere su ragazzi che probabilmente non hanno ancora i peli sotto le ascelle, forse devono ancora limonare per la prima volta, ok dai non esageriamo, sono americani, avranno 7 figli cada uno, di cui 8 illegittimi, 27 ferite d’arma da fuoco ed un passato da spacciatori di Crack, ma pur sempre di 19enni si tratta.
La storia del Draft è una storia di cantonate incredibili, ancora più memorabili delle grandi scommesse vinte;
Un flash direttamente dalle Finals appena concluse, Patrick Mills esce direttamente da un Ovetto Kinder e decide gara5 con un terzo quarto da consegnare alla storia, scorro la lista del draft del 2009.. non lo vedo, finisco il primo giro… non lo vedo.. mah, forse nessuno è mai stato così folle da sceglierlo, ah eccolo.. numero 55; time-out Spurs, si staglia in fondo alla panchina un ragazzotto in borghese, Austin Daye.. scelto alla numero 15 dai Detroit Pistons proprio nel 2009 eppure è spettatore delle mirabolanti avventure del funghetto aborigeno, strana la vita.
Ah, sempre direttamente dal Draft del 2009, alla numero 2 assoluta, inizia per Hasheem e finisce per Thabeet, non infierisco.
La storia del Draft è stracolma di questi episodi, alcune squadre sembrano essere abbonate, sembrano avere nel proprio dna la capacità di sbagliare scelta, una su tutte, i nostri cari Portland Trail Blazers. Ecco un’istantanea riassuntiva

 

trail-blazers
Serve la didascalia? No dai, non mi piace essere crudele… Il primo è Sammy Bowie, chilometrico centro che ha collezionato più infortuni che rimbalzi nella sua breve carriera, scelto alle spalle di Hakeem “The Dream” e prima di.. ok dai mi fermo, Michael.. non vorrei continuare ma mi tocca..esatto, preferito ad His Airness, Mj, The Goat, chiamatelo come volete, avete capito di chi stiamo parlando. Ed il secondo? Greg Oden, nel suo anno da matricola ha infiammato la “students section” dei Buckeyes di Ohio State, assieme a Mike Conley (si proprio lui), il nuovo Shaq, il nuovo centro dominante…. Sicuramente ha dominato tra i Burger King dell’Oregon, non molto memorabili le sue poche apparizioni sul parquet, censurabile la sua parentesi recente agli Heat
Beh dai, almeno può vantare una presenza nelle Finals al pari di Kevin Durant scelto con la seconda chiamata assoluta..

Ok forse è il caso di glissare anche qui.

In fondo è inutile e anche stupido colpevolizzare certe franchigie per scelte che si sono rivelate errori grossolani, si tratta di scommesse in tutto e per tutto e come tali, si possono vincere o perdere.

Curiosi di vedere nel prossimo autunno come si comporteranno i nuovi ragazzini, nella speranza che vadano un tantino meglio del cuccioloso Anthony Bennett, attendiamo con ansia l’inizio della nuova stagione Nba, ci manchi terribilmente sorellona.
Un saluto e un ringraziamento dal vostro caro amico Darko, ma la sua.. E’ tutta un’altra storia.

Darko-Milicic
Passo e chiudo.



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