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E scusate per il ritardo!

E scusate per il ritardo!

Sono le 15 di un assolato pomeriggio di inizio settembre e il piazzale più grande di Serina, in provincia di Bergamo, è gremito di persone che stanno applaudendo rivolte verso un palco, quando all’improvviso lo speaker si blocca: sul podio della MAGA Skymarathon, gara di corsa in montagna con un percorso di 39 km e 3.000 metri di dislivello positivo sulle prealpi orobiche, ci sono già due dei tre premiati mentre le gambe del vincitore, con il loro corredo di vene varicose a raccontare la fatica della gara appena terminata e di tutti gli allenamenti per arrivare fin lì, attendono solo di sentire declamato il nome di Fulvio Dapit prima di compiere l’ultimo passo verso la gloria. Ma sullo sfondo, dietro la folla disposta a semicerchio, è spuntata una sagoma: un uomo curvo che in una maglietta lisa e un paio di pantaloncini sgargianti arranca lungo il rettilineo di arrivo. Lo speaker aguzza lo sguardo, sorride, e poi annuncia: “E’ lui! Sta arrivando… un bell’applauso per Antonio Gianola! Toni, vieni, ti vogliamo sul palco!”

L’anziano, un po’ titubante e quasi a disagio per avere interrotto il rito delle premiazioni, attraversa la folla e guadagna il microfono. Tutti si aspettano che descriva la sua soddisfazione per l’impresa che ha appena compiuto ma lui, gli occhietti vispi e la voce rotta dal fiatone, comincia con un appunto alla direzione di gara: “A parte quella cosa del ragazzo che alla croce mi ha detto che non potevo proseguire perché avevano chiuso il cancello. Che io gli ho detto – Se lo sapevo che c’erano i cancelli, io mica venivo! – e allora hanno chiamato alla base e gli hanno detto di farmi passare”.

Antonio (Toni) Gianola è nato 85 anni fa a Premana, il borgo in provincia di Lecco che ogni anno alla fine di luglio diventa il tempio dello skyrunning in occasione del Giir di Mont. Per correre “il Giir”, una skymarathon di 32 km e 2.400 metri di dislivello positivo, arrivano a Premana i migliori atleti al Mondo, compreso il semidio della disciplina: quel Kilian Jornet Burgada che a 25 anni, rendendosi conto di avere già barrato tutti i quadratini della sua lunghissima lista di gare mitiche da vincere e di non provare stimoli a rivincerle, ha deciso che gli avversari da battere sarebbero diventati i record di ascesa di alcune delle montagne più alte al Mondo: Monte Bianco, Cervino, Elbrouz, Aconcagua e, ovviamente, Everest.

tweetUno che insomma non è abituato a correre in una posizione diversa dalla prima, come pure gli è capitato di dover fare proprio durante l’ultima edizione del “Giir”, quando a guidare la gara per lunghi tratti è stato… Toni Gianola! L’organizzazione, pur di avere il monumento premanese al via, aveva pensato di farlo partire con largo anticipo sugli altri concorrenti ed evitargli almeno la fatica della prima salita, dimenticando però un dettaglio: il microchip! E così Toni, inquadrato dalle riprese televisive come “testa della corsa” aveva cominciato a demolire, passaggio dopo passaggio, tutti i record della gara. Il suo vantaggio si era però inevitabilmente assottigliato e infine il momento del sorpasso era diventato inevitabile: Kilian è in testa dopo avere staccato il forte romeno Ionut Zinca, che tuttavia costituisce ancora un pericolo avendo soltanto tre minuti di ritardo. Ciò nonostante, quando avvista l’ometto dai capelli bianchi arrancare davanti a sé, rallenta e si abbassa fin quasi ad assumere la posizione ricurva dell’anziano: una pacca sulla spalla, un stretta di mano e qualche parola di incoraggiamento prima di ripartire verso la vittoria.

The beauty of this sport is that all we can feel the same, all we participate on the same and enjoy the mountain. I hope I will be available to do the same with the passion as Toni Gianola (85).” Avrebbe commentato Kilian pubblicando su Facebook e Twitter l’immagine, che comincia a fare il giro del Mondo e a scaldare il cuore degli appassionati diventando un manifesto del suo pensiero:

kilian_toniNo se trata de ser los mas rápidos, los mas fuertes o los mas grandes… se trata de ser nosotros mismos.
No somos ni corredores, ni alpinistas, ni esquiadores, ni siquiera deportistas… somos personas.
No estamos seguros de conseguirlo, pero estamos convencidos de conquistar la felicidad.
Que buscamos? Quizás vivir?

Durante la premiazione del “Giir” Toni viene chiamato sul palco per un ultimo doveroso tributo: ringrazia ed elogia Kilian per il gesto compiuto durante la gara strappando ancora un applauso. Anche qui a Serina è lui con il microfono in mano: Simone Moro, chiamato a premiare i vincitori, è lì di fianco e regge il trofeo che non è ancora passato tra le mani del primo classificato. Toni, finalmente rilassato dopo la piccola polemica sui cancelli, si lascia andare: “Siamo arrivati, sono contento… e insomma… che altro dire? Scusate per il ritardo!



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