Giro d’Italia.. perchè non si può non tifare Contador

Giro d’Italia.. perchè non si può non tifare Contador

E dire che non sono suo tifoso, non nel senso di sentire un battito del cuore in meno quando scatta.. troppo forte, già troppo vincente, già una controversa squalifica per doping alle spalle che gli costa tantissimo dell’albo d’oro personale e un altro anno di carriera per riprendersi.

Eppure parte il Giro 2015, è qui, sta arrivando o è appena iniziato dipende da quando state leggendo queste righe, poco cambia. Ed è la corsa più affascinante, per noi italiani, per la durezza delle salite (di solito), per la storia, l’imprevedibilità.
E ci sono pure italiani da tifare, Aru su tutti.
Ma non possiamo non tifare per Alberto Contador.
Tifare per come si può e si dovrebbe fare nel ciclismo, mai contro qualcuno, solo applausi e (poche) spinte.

In questo caso dire Forza Contador significa tifare per l’impresa: si tifa Alberto perchè Alberto c’è.

E perché nell’aria c’è la voglia dichiarata di doppietta, Giro e Tour in fila nello stesso anno; merce rara, da Coppi a Pantani solo per grandissimi.

Si tifa Alberto perchè è l’unico che ci prova in questo nuovo e rinnovato ciclismo: si tifa Alberto perchè, dunque, si riannusa la leggenda.

Ci vuole forza, ci vuole coraggio, ci vuole culo.
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Alberto i primi due li mette sicuro, sul terzo stiamo a vedere… forse con la sorte è a credito e ci si può sperare. Oddio, a credito… è pur sempre un ragazzo che a vent’anni ha visto la morte in faccia e un aneurisma nato per una massa tumorale benigna che ti preme il cervello, forse è già fortunato ad esser qui.. o uno veramente fortunato non avrebbe dovuto mai avere una cosa del genere.. o è fortunato per averla superata? Discorsi contorti e troppo complicati..

Facciamo che sulla fortuna non ci possiamo contare per certo, quindi lasciamola da parte.

Si tifa Alberto anche perchè forse ha scelto l’anno buono per provarci.

E’ un giro duro, come sempre, se vogliamo con qualche tappa trabocchetto ma che come sempre, o come spesso nella sua storia, si va a vincere nell’ultima settimana, dove tolto Colle delle Finestre (come sempre lontanino dall’arrivo) e Mortirolo (tappa più dura) forse manca la salita “mostro” alla Zoncolan ma di strada a salire ce n’è eccome;   con nei finali di tappa pendenze magari più leggere del solito ma che per assurdo possono far piovere anche più minuti sulla testa di chi si stacca.

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Cmq si parte abbastanza tranquilli, e se anche il Pistolero arriva un pelo meno in forma all’inizio perché la mente è anche a Luglio e ai Pirenei, la condizione cmq la può trovare per tempo, non troppo presto e non troppo tardi ma giusto giusto per andare a vincere a Milano la maglia rosa più Expo di sempre.

Vero, c’è una crono insidiosa prima , ma lo spagnolo è tutt’altro che fermo anche lì anche se non vola più come pre-pausa forzata 2011; forse Porte può fare meglio di lui, ma l’australiano dei neri di Sky (primo avversario sulla carta?) è uno che da capitano una corsa da tre settimane non l’ha mai masticata, e Albertino l’inghippo glielo può far saltar fuori anche in tappe meno insidiose del previsto.

C’è un bel drappellino di mezzi favoriti, c’è un Aru che se ha la gamba in salita può volare ma al Giro ci arriva male.. nascosto finché vuoi non è un male, se fino a dieci giorni fa avevi uno stomaco che faceva le bizze e ti faceva saltare le gare non è nemmeno un bene. Ci sarebbe anche Uran, ma nel colombiano vincente io non ci credo.

Insomma per la Rosa il favorito è Albertino e poco da dire. Banalizzato il Giro d’Italia in una riga, ma d’altronde…

Poi, un mesetto, e partendo dall’Olanda si va per il Tour. Un mesetto in cui tener la forma, non calare troppo e sperare in un picco lungo, difficilissimo.  E poi saranno tutti lì, Froome, Quintana, Nibali, mettiamoci anche Pinot dai, ad aspettarlo… freschi di un Giro in meno nelle gambe.. certo con la pressione di avere una stagione tutta racchiusa in un Tour e fallibile in un attimo, per una sola caduta (come l’anno scorso Froome e lo stesso Albertino), ma in fondo è questo il ciclismo moderno.

Può Alberto battere (a 32-33 anni, col Giro nella gambe, in un Tour quest’anno durissimo) un Froome, un Nibali e soprattutto la Sfinge Quintana (che se non si distrae a guardare il panorama e si sfracella contro il guardrail nella crono sugli ondulati iberici per me l’anno scorso si faceva doppietta Giro-Vuelta, tanto per gradire) se quest’ultimi arrivano al 100%?

Difficile. Anzi, visto il Contador 2012-2013 nel mese di Luglio direi di NO. Nel 2011 del secondo Giro d’Italia vinto (e poi revocato) con autorità seguì un Tour (contro grandissimi campioni) andato per i suoi standard così così (5° posto, revocato anche quello per la squalifica ma vabbè …).

Ma forse questa è la prima volta che ci prova seriamente e allora, come credo di aver già scritto, si tifa per lui.

Perché se riuscirà rinverdirà la leggenda; perchè dal 1998 di Pantani è sembrato ogni anno più impossibile; perchè se non ci riesce lui non ci riesce nessuno (non penso Nibali possa fare due Grandi Giri per vincere, felicissimo se smentito nel 2016).

Perché il ciclismo, e Giro e Tour più di tutti, vivono di memoria e di leggende.
Ed oltre alla sana pulizia, all’andare un po’ più piano, al vedere di nuovo cotte e corridori stanchi a fine gara, è dalla leggenda e dalla memoria che questo sport rinasce ogni volta.

Forza Alberto, spara Pistolero!

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