IL VERO PALLAVOLISTA DORME SULLA SPALLA SINISTRA!

IL VERO PALLAVOLISTA DORME SULLA SPALLA SINISTRA!

Ogni sportivo ha il suo atteggiamento post partita ed è quando indossa la tuta di rappresentanza societaria che da il meglio di sé. All’aperitivo domenicale passo momenti fantastici a fissare atleti di ogni sport e chissà perché spesso indovino la loro disciplina, tra i più noti nomino:

– IL CALCIATORE MEDIO: colui che si aggira con camminata a gamba larga senza piegare mai le ginocchia, una specie di cowboy che sembra abbia preso delle sprangate sulle tibie, quando vedo l’impegno e la dedizione con cui mostrano questa stanchezza e difficoltà ci credo tantissimo e soffro anche io per loro.

– IL RUGBISTA: loro arrivano in gruppo e c’è sempre qualcuno rasato in modo assurdo perché al suo esordio subisce le peggio cose, dire che il loro stile sia inconfondibile e ammirevole è dire poco. Dopo aver preso un quantitativo industriale di botte e aver giocato su campi durissimi, si infilano in una vasca di ghiaccio (che riempirebbero volentieri con della birra) e poi se ne vanno in giro ammaccati come se nulla fosse. Vi stimo!

rugby vasca ghiaccio
Per noi cari pallavolisti voglio aprire un capitolo un po’ più complesso.
Il pallavolista si nasconde con la squadra tra le pizzerie, all’interno del gruppo troverai solo qualcuno che porta alla luce un “atteggiamento dolorante post-partita” che ha una costante “LA BORSA DEL GHIACCIO” e due varianti:

– MALE AL GINOCCHIO: personaggio che si aggira con quelle fasce elastiche fatte apposta da cui la borsa del ghiaccio esce tipo “ VERME DALLA MELA”, la camminata non ne risente particolarmente in quanto a stile se non per il fatto che ci sia il rischio di cedimento dell’impalcatura antalgica!

ginocchio volley
– MALE ALLA SPALLA: il più diffuso, il più personale amico di ogni attaccante, il dolore compagno di una vita! Personaggi che si aggirano tipo CYBORG con la borsa del ghiaccio incastrata (nei più svariati stili) sotto alla felpa, dando a questi atleti una sagoma imbarazzante! I migliori dopo anni hanno imparato come incastrare il tutto in modo impeccabile mentre i neodoloranti devono ancora imparare l’arte per non far cadere o sistemarsi la borsa ogni due secondi!

ghiaccio
Sul dolore alla spalla voglio soffermarmi un attimo analizzando in particolare la serata della partita.
Tutto inizia negli spogliatoi quando arriva quel giorno in cui non dici più: “Ok, son pronta!” ma dici: “OKI, son pronta!”.
Durante il riscaldamento poi c’è un momento di responsabilità dell’atleta in cui fa esercizi più svariati (solitamente elastici) consigliati da fisioterapisti, preparatori, medici, vicini di casa, ex compagne pluri-operate in cui dimostra di far qualcosa di utile per la sua spalla malconcia.
Passata questa fase ecco che la combo antidolorifico-riscaldamento-adrenalina crea un mostro, una persona nuova che per due ore non ha più mal di spalla e si mette a forzare gli attacchi come se non ci fosse un domani. A dir la verità c’è un gesto tecnico che rimane un incubo per chi ha questo dolore nonostante tutti i preliminari adeguati…. LA BATTUTA!!! Ed è quando l’atleta si rende conto che di avere il turno in battuta che prende la palla in mano e si avvicina alla linea dei nove metri, tutto diventa in slow motion e negli 8 secondi disponibili per la battuta si riescono a far pensieri che neanche Mila Azuki in una puntata riusciva a fare: “Ok braccio alto!”, “Devo solo buttarla di là!”, “Anche se viene una battuta che fa pietà non devo sbagliarla!”, “Signore fai che almeno arrivi alla rete!”, “Vi prego le paste anche sta settimana no, devo aprire un mutuo!”, “Ti prego cambiami in battuta!”, “Mamma non guardare mi vergogno!”, “si però sto mal di spalla oh!!”. L’arbitro fischia e si cerca di dare alla palla anche la forza, anche quella delle dita dei piedi purchè vada di là dalla rete… ho visto battute non arrivare alla linea dei tre metri del proprio campo in cui nel palazzetto cala un gelo artico e arrivano anche i pinguini!

Passata la partita arriva il momento “doccia” e per le donne con dolore alla spalla è un momento traumatico: togliersi il top! Per fortuna c’è sempre qualche compagna di squadra (un po’ badante nell’animo) che si fa carico di questi compiti.
Mentre passa la serata le problematiche si riversano su ogni corsa:
– Guidi la macchina mettendo solo le prime due marce a costo di fondere il motore o usi la mano sinistra pensando “Ma la terza è sempre stata così lontana? Ma la quinta perché è nel posto del passeggero,la mette lui?”;
– Telefonare senza auricolari è impossibile altrimenti si ha l’effetto T-REX (due braccia corte con l’uso esclusivo dei gomiti);
– Tagliare la pizza (compagna-badante che rientra in azione).
E così via dicendo oltre a cambiare lato dominante e diventiamo monobraccio!!!
Finalmente ci si mette a letto ma la “piaga” continua, ovviamente non si può pensare di poter dormire sulla spalla destra ed ecco che ognuno ha imparato a dormire su quella sinistra ma a volte il dolore continua ed è allora che ti dicono di dormire in posizione supina (pancia in su) tipo “bara da morto”…. OOOOOHHHH LAAAAAAAA CHE COMODITA’!

dormire pallavolo
Buona pallavolo a tutti!!!



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