Nesta(siato).

Nesta(siato).

Probabilmente sotto i riflettori ci sarebbe finito comunque.
Nella migliore delle ipotesi avrebbe potuto fare il belloccio di qualche sit-com di quelle che guarda mia nonna dopo pranzo, esatto.. quelle a cui state pensando tutti voi, quelle ignobili e alle quali rinunceremmo tutti volentieri.
Nella peggiore delle ipotesi avrebbe partecipato a qualche reality-show di quelli che fanno cascare le palle (ah perchè esistono anche altri tipi di reality?), sarebbe stato ospite in qualche pietoso show della domenica pomeriggio per quali meriti non si sa bene, ma la Maria de Filippi di turno un posto per uno così lo avrebbe trovato sicuramente.
Fortunatamente lui sotto i riflettori di tutto il mondo ci è finito comunque, ma attraverso un percorso un filino più nobile.
Fortunatamente per me e per tutti quelli come me, è stato uno degli eroi della mia infanzia e per questo gliene sarò eternamente grato.
Il 7 novembre 2013, Sandrino Nesta ha detto addio al calcio, l’addio è sempre un momento che per sua stessa essenza comporta tristezza ed il ritiro di un calciatore simile per me e per tutti quelli come me non può che portare con sè un carico di malinconia e nostalgia ma la certezza di vederlo per sempre scolpito nella leggenda, un pò, ci rincuora.
Questo dovrebbe essere uno pseudo articolo e come tale si richiederebbe un minimo di imparzialità e di oggettività, ma da queste parti queste due brutte parole non le conosciamo e ci piace essere fortemente parziali e spudorati, quindi perdonatemi le sviolinate da latte alle ginocchia ma per me e per tutti quelli come me che amano il Milan, nonostante tutto il marcio che avvolge questo sport, Alessandro Nesta è un oggetto sacro ed intoccabile.
Ad onor di cronaca passa circa metà carriera da buon romano, nella sua città, sponda bianco-celeste, i primi album delle figurine di quelli minuscoli che vendevano all’oratorio assieme alle chewingum (le chiamerei cicche ma so che avremo presto lettori internazionali quindi mi adeguo) lo ritraevano fiero con la maglia della Lazio, e sempre ad onor di cronaca qui vince pure uno Scudetto da capitano, finale di Coppa Uefa e tanto altro.
La storia che interessa “me e tutti quelli come me” inizia nell’agosto del 2002, nei “giorni del Condor”, lo zio Fester, all’anagrafe Adriano Galliani lo sfila alla società laziale indebitata fino al collo dalle malefatte del buon Sergione Cragnotti.
Nesta abbandona Roma mal volentieri, un legame viscerale lo legava alla sua città ed ai suoi colori ma come si dice “business is business”.
Voi non lo sapete ma prima di iniziare questa riga sono andato a prendere un malloppo di fazzoletti perchè nell’intento di scrivere della sua prima annata a Milano, nel ricordo del 13 e del 3 in

coppia insieme per anni in mezzo alla difesa rossonera, Cuore di Drago, Paolo Maldini (solo a nominarlo mi faccio il segno della croce) e Tempesta Perfetta, per l’emozione non ho retto…

Calcio-Nesta-2
28 Maggio 2003, stadio Old Trafford, non ricordo niente dei 120 minuti di partita se non un cammeo imbarazzante di Roquè Junior che non ha fatto nemmeno 5 passi in campo e si è strappato, ricordo solo lo sguardo di Sheva,guarda Buffon, poi l’arbitro, poi di nuovo Buffon, poi parte e lo spiazza, e siamo Campioni d’Europa.
Nei primi due anni vince la Champions League segnando un rigore in finale, la Coppa Italia, lo Scudetto, la Supercoppa italiana e quella Europea, e perdi qualche volta Sandrino altrimenti rischi di essere monotono!!!
Se penso all’Alessandro Nesta calciatore penso al ritratto dell’eleganza, della sicurezza, della consapevolezza del proprio valore, dello strapotere tecnico/tattico, in coppia con Maldini ti davano quel senso di tranquillità che provi quando scopri che la prof. della prima ora che ti doveva interrogare è a casa malata.
Se mai avrò delle prole da mandare a scuola, vorrei che fosse lui ad accompagnarli, fiducia cieca, sapeva perfettamente ciò che doveva fare e lo faceva con una continuità ed una puntualità  non umane.

Un campione per certi versi anche sfortunato, parecchi infortuni, diverse ricadute, ovviamente delle sbavature a matita facilmente cancellabili in una carriera perfettamente scritta con la miglior stilografica di vostro padre.

Un ricordo su tutti, quel mondiale, quel mondiale che tutti noi italiani, ricordiamo con gioia, il mondiale tedesco che ci ha consacrati nell’olimpo.. Ecco, se mi permettete di essere blasfemo, vedere il numero 13 uscire non con la consueta inclinazione del capo, lasciando spazio a quel Marco Materazzi che sarà assoluto protagonista da lì in poi, vedere quel gruppo trionfare, vedere la sua gioia a metà,strozzata, vedere capitan Cannavaro alzare addirittura il Pallone d’oro chissà forse al posto suo, mi lasciano ancora oggi a distanza di 8 anni, un pò di amaro in bocca.

Il dCalcio-Nesta1ramma sportivo di Istanbul, la sconfitta con il Liverpool nel Maggio del 2005 scendendo in campo con il miglior Milan che la mia giovane memoria ricordi, la vendetta perfetta di due anni dopo, tutto questo con il suo petto fiero sempre lì davanti a rassicurarci, gli anni di buio che ne sono seguiti, lo Scudetto con Thiago Silva e Ibra e poi l’addio.

Sono davvero volate dieci stagioni sotto la sua ala, dieci stagioni dove leggere 13 Nesta nella formazione prima della gara ti faceva rilassare un pò le chiappe, dieci stagioni a disegnare diagonali, a traumatizzare gli attaccanti avversari, dieci anni indimenticabili nella sua perfezione.
Ora è il caso che io mi fermi perchè rischia di sembrare un necrologio e mi sento una ragazzina che si commuove guardando Twilight, ma ci tenevo davvero a ringraziarlo nonostante sia tardi e dovrei pure pensare di dormire qualche ora qua e là.
Quando si parla di sport ci vuole sempre la giusta misura per non sconfinare nel patetico, premesso questo grazie di tutto Tempesta Perfetta, non ti avrei mai acquistato al Fantacalcio ma che bel giocatore che sei stato Sandrino.
Passo e chiudo



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