Never give up Paul!

Never give up Paul!

1 agosto 2014 partitella in famiglia in vista dei mondiali in Spagna. Se però sei Team U.S.A la partitella diventa lo scontro tra 24 dei primi 40 (a stare larghi) giocatori al mondo, e quindi un po’ di interesse mediatico lo suscita. Se a questo ci aggiungete il fatto che nessuno ci sta mai a perdere abbiamo una signora partita. James Harden si invola in contropiede a 9’:33’’  del 4° quarto e se non ci fosse televisione e pubblico probabilmente appoggerebbe indisturbato alla tabella ma tv e pubblico ci sono e cosi Paul George, giovane stella Nba, tenta la stoppata da dietro e nella ricaduta scontrandosi con il sostegno del canestro si spezza di netto tibia e perone.Mondiale e stagione prossima addio, per la carriera se ne riparlerà. Duro, durissimo colpo per lui, per team USA e per tutti noi amanti di questo giochino con la palla a spicchi. Se avete pianto nel vedere il video vi capisco (do you remember Kevin Ware? )

Paul-George

Al netto della sfiga, che è tanta, PG non poteva fermarsi , farlo segnare e fare la rimessa? In allenamento lo facciamo tutti dalla serie A alla prima divisione. Con il senno di poi chiaro che si ma ho cercato di trovare i motivi del perché non l’abbia fatto.

  • Mondiale 2002: sconfitte con Argentina, Jugoslavia e Spagna.
  • 3 agosto 2004: sconfitta con L’italia
  • 27 agosto 2004: sconfitta con l’Argentina nella semifinale olimpica
  • Mondiale 2006: sconfitta con la Grecia nella semifinale mondiale.

Ovvero 4 delle 5 più grandi disfatte del team U.S.A.

Ok forse il 3 agosto 2004 è un po’ forzato, era solo un amichevole, ma il 95-78 per l’ Italia con crossover del Poz su Iverson mi emoziona ancora.

Gli americani, storicamente poco inclini alle sconfitte, sono stati costretti a cambiare mentalità e atteggiamento. Erano e restano i più forti ma se giocano con superficialità possono perdere con, quasi, tutti e cosi con l’avvento di coach K  direttamente dal college, e il cambio di atteggiamento hanno ricominciato a mietere successi. Da Pechino 2008 con il Mamba che zittisce il pubblico fino al nuovo dream team di londra 2012 passando per il mondiale in turchia, 0 dicasi zero sconfitte. Solo referti rosa e spesso con scarti imbarazzanti.

In Spagna il Mamba non ci sarà,infortuni  e età l’hanno tagliato fuori. Idem, con motivazioni diverse, dicasi per LeBron, Wade e Carmeluzzo Anthony.

È la prima vera sfida per la nuova generazione di  giovani fenomeni nati a cavallo tra gli anni ’80 e ‘90 che sentono la pressione di continuare la striscia di vittorie e vincere l’ennesimo oro.

L’impossibilità di fallire unita alle quasi 100 partite giocate da PG in stagione, dove per lunghi tratti è stato seduto al tavolo dei candidati MVP, hanno  usurato il suo giovane e allenato corpo.

Unite il tutto alla sopracitata sfiga e, purtroppo, il gioco è fatto.

Forza Paul siamo con te!

 

“Fall seven times, stand up eight”.

 

 

 



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