Storia di un ossessivo: Kobe Bean Bryant

Storia di un ossessivo: Kobe Bean Bryant

Secondo la classificazione del DSM-IV TR, il disturbo ossessivo compulsivo (conosciuto anche come DOC o OCD in inglese), è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni.
Il sintomo centrale del DOC è la presenza di ossessioni e compulsioni o sole ossessioni, che occupano un tempo significativo della giornata (un ora o più al giorno) e interferiscono con le attività del quotidiano.
Questa è stata la prima descrizione che ho trovato  sul web cercando appunto “disturbo ossessivo compulsivo” ed immediatamente ho pensato a mia madre che sbraita ogni singolo minuto di sistemare la stanza, di non combinare qualche guaio o di smetterla di guardare partite di basket invece di studiare,direi che combacia alla perfezione con questa definizione.
A parte gli scherzi, povera mamma (sempre sia lodata), se parliamo di sport (e di cosa altrimenti) ad altissimo livello, abbiamo a che fare solo ed unicamente con soggetti che fanno dell’ossessione, del metodo e della ripetitività nel quotidiano, la fonte di tutti i loro successi.
Al secondo posto dopo la mamma, testa e spalle sopra tutti e con distacco, metto il numero 8, da qualche annetto veste la maglia numero 24 ma per tutti quelli della mia generazione sarà sempre il numero 8.
Nella mia mente di ragazzino ha sempre rappresentato una sorta di Alex Del Piero d’oltreoceano, campione fantastico, leader indiscusso di una delle franchigie più vincenti e quindi più antipatiche della National Basketball Association, i Los Angeles Lakers.
 


Basket-Kobe-Bryant-LowerNativo di Philadelphia, 7 anni al seguito del padre nel nostro Bel Paese, poi il ritorno a casa dove in un High School un filino da borghesucci (Lower Marion HS) vince, stravince e convince, superando lo Zio Wilt per punti realizzati nei 4 anni al liceo.
Il doppio salto è doveroso, draft del 1997, chiamato al numero 13 dagli Charlotte Hornets grazie ad un bluff del suo agente degno dei migliori “tavoli verdi” che ne impedisce il passaggio ai Nets, ed il destino è segnato, scambio con il vecchio Vlade e primo contratto da Rookie firmato nella città degli angeli.
La coppia da sogno con Shaq in uscita da Orlando è cosa fatta, dopo 2/3 anni di assestamento, il nostro ragazzo appena 20enne è già l’idolo dei tifosi gialloviola, le sue canotte si vendono già in tutto il mondo ed è uno dei volti più in voga nel panorama Nba di fine secolo.
I suoi genitori lo hanno chiamato con il nome della qualità di carne che adoravano, un nome un pò singolare ma che ormai è già nella leggenda dello sport, e qualche mio amico ha pure chiamato così il suo cane, Kobe.
Kobe Bryant, alla corte del maestro zen, Phil Jackson conquista 5 anelli Nba, i primi 3 sulle spalle del gigante O’Neal, gli ultimi due portando al guinzaglio mezza Nba da solo, intervallati da qualche annata di transizione nella quale non si esime dal metterne dentro 81 (se volete ve lo ripeto piano piano, ottantuno…) o l’ancora più sorprendente (per quanto mi riguarda) prestazione vs Dallas nella quale il tabellone a fine terzo quarto recitava Kobe Bryant 62- Dallas Mavericks 61, che aggiungere…
Chiaramente il Black Mamba, come lui stesso si è abilmente soprannominato, rappresenta agli occhi dei più, l’icona sportiva legata al basket a stelle e strisce più rappresentativa del dopo Jordan, un’eredità importante, forse troppo, ma nessuno più di lui meritava l’onore e l’onere di portarla sulle spalle.

Ho ancora negli occhi la palle cubiche con cui ha preso per mano gli Usa nella finale olimpica di Pechino, quando altri campioni non hanno avuto lo spunto, ho ancora negli occhi il terzo e quarto quarto al Boston Garden in gara4 delle Finals 2008 poi perse per mano dei Boston Celtics, onnipotenza totale, e potrei continuare per ore.
Spesso accusato di essere un predicatore solitario, di coinvolgere poco i suoi compagni di squadra, ho sempre pensato che la sua convinzione, la sua meticolosità e la sicurezza nei suoi mezzi ai massimi livelli l’abbiano spesso condizionato in questo, abbiano sempre indotto nella sua mente la certezza che la scelta migliore fosse passare da lui.
Che dire a questo proposito, ha semplicemente zittito tutti, ha vinto 5 anelli Nba da protagonista assoluto, detiene record che non sto qui nemmeno ad elencarvi, titoli di Mvp delle Finals e della Regular Season ecc… Non sarà ricordato come il più altruista tra le leggende di questo sport ma chissene frega (passatemi l’espressione); Certamente passerà ai posteri come uno dei più vincenti e scrupolosi di sempre, un lavoratore instancabile, fisso sull’obiettivo, esiziale per i suoi avversari.
Questo ragazzino di 36 anni è reduce da una stagione intera ai box a causa di un grave infortunio al tendine d’achille ma chiunque  mastichi un pò di palla a spicchi, sa bene che il suo compito non è ancora concluso, lo sguardo è fisso ai 6 anelli di His Airness, suo modello, sua ossessione, suo obiettivo chiaro ed evidente, senza bisogno di scomodare Freud o Jung.
Guardando ai Lakers del giorno d’oggi e alla carta d’identità di Bryant piuttosto che di Nash, sembra difficile immaginarlo ma tutti noi inguaribili ed instancabili romantici speriamo davvero di rivederlo a Giugno seduto al tavolo con i grandi, dove merita di stare, magari faccia a faccia con la sua nemesi degli ultimi 10 anni di carriera recentemente tornato a casa.kobe-calls-Phil-Jacksons-Jordan-comparison-apples-to-oranges
In una recente intervista al New York Post, proprio Phil Jackson ha spiegato come Kobe non potrà mai essere un modello imitabile nè da Carmelo nè da altri giocatori, sebbene proprio Kobe abbia modellato il suo gioco ed il suo atteggiamento su Mike come nessun altro ha mai fatto.
Jackson termina poi l’intervista sottolineando come Bryant sia riuscito a superare Jordan nell’attitudine al lavoro ed all’allenamento; già solo l’idea che potesse esistere un giocatore più maniacale di Michael Jordan sembra una barzelletta, e ci rende pienamente la misura del soggetto con cui abbiamo a che fare, ossessione allo stato puro, racchiusa in una macchina che ha dominato la lega per 15 anni.
In definitiva ragazzi miei avrete capito che se volete passare una serata divertente probabilmente non ve lo consiglierei come compagno di avventure, ma se avete qualche dubbio su un rettangolo 28×14, datela al 24!
Passo e chiudo.



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