Vamos Pipita!

13 Luglio 2014 ore 21. Sto ridefinendo il concetto di ansia di prestazione ( e sfortunatamente la Satta o similiari non centrano), persino Venditti con la sua “notte prima degli esami” mi va stretto. L’indomani discussione di laurea e la sto vivendo malino. Fortunatamente sta per inziare la finale del Mondiale dei Mondiali, Brasile 2014, un paio d’ore senza pensare al resto.

Alla fredda potenza Teutonica preferisco la “Garra” Argentina. Pronti via e la Germania chiude l’Argentina nella sua area, non bisogna essere esperti per capire che sarà una partita di sofferenza per noi argentini. Ma il talento offensivo è tanto e con qualche ripartenza l’Argentina spaventa i teutonici. Alla mezz’ora del primo tempo con una di queste Lavezzi serve in mezzo all’area El Pipita Higuain che,da bomber d’area, anticipa tutti e insacca. In quel momento balzo in piedi e urlo di gioia, non oso immaginare cosa sia successo a Buenos aires, ma l’ottimo arbitro Rizzoli annulla, giustamente, per fuorigioco. Il mio urlo viene soffocato.

Higuain2

Il coach argentino, si lo so si chiama mister ma è deformazione professionale, se ne accorge subito e blocca sul nascere la sua esultanza, in un attimo si accorgono tutti i giocatori in campo ma non lui. El Pipita, pieno di adrenalina, non sente il fischio sbarra gli occhi(chi non ha pensato a Totò Schillaci??) e inizia a correre verso la bandierina del calcio d’angolo. Non è stato un mondiale facile per lui, un solo gol e prestazioni opache all’ombra del duo Messi-Di Maria, ma un gol in finale cancella tutto sarà il nuovo eroe argentino. Corre e urla, e per tre volte con l’indice della mano destra si indica il cuore. Quella sensazione è il sogno di ogni sportivo di qualsiasi livello estasi, gioia, onnipotenza e tutto il resto. Si sente Dio e, forse, per 54 milioni di argentini in quel momento lo è per davvero. El Pipita si gira per condividere la gioia con i compagni ed è solo, capisce che qualcosa non va come dovrebbe e nota la bandierina alzata del guardalinee. Credo che non si sia mai sentito sperduto come in quel momento, un attimo prima sei Dio, hai realizzato il tuo sogno più grande fin da quando eri bambino, e ora te lo portano via.

La partita riprende e alla fine sapete tutti come è andata, Gotze al supplementare e coppa che si imbarca per Berlino. Tutto giusto e meritato ma i 3 secondi dopo il goal del Pipita sono la sintesi suprema delle emozioni che lo sport può regalare a un uomo.

Dall’estasi suprema alla disperazione totale. Per quel che può servirti, Pipita, da quel momento hai un tifoso in più.



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